Ci sono musei che non ti aspetti, musei che hai notato solo per un grande cartello che li indicano, ma di cui hai sempre pensato che non valesse la pena una visita; musei che ti sorprendono, come il Museo del Forte Crestawald di Splügen, in Svizzera.
Abbiamo deciso di fermarci di ritorno da una mattinata rilassante alle Terme di Andeer e, fidati, ne vale davvero la pena!
Un salto nella storia, in un vero forte utilizzato fino al 2000 come postazione di artiglieria, l’unica al confine sud dei Grigioni.
La storia del Museo del Forte Crestawald
Il Forte Crestawald sbarrava l’asse di transito nord-sud che attraversa i Grigioni: un punto di controllo estremamente importante per monitorare il passaggio di eventuali truppe nemiche.
Costruito nel 1939, vide l’arrivo dei primi cannoni nel 1940 e nel giugno del 1941 ben 95 soldati entrarono nel Forte per presidiarlo.
I cannoni, ancora oggi visibili, erano due: Lucrezia e Silvia, due nomi femminili ma tutt’altro che miti: oltre 300 furono i colpi sparati da ognuno dei due.
Nel 1991 il forte venne potenziato, aumentando la protezione contro gli attacchi chimici; nel 1995 venne smobilitato, in quanto non ritenuto più necessario a seguito della riorganizzazione dell’esercito.
Ormai declassato, nel 2000 il forte passò alla Fondazione grigionese per la storia militare fino a diventare, nel 2001, un museo gestito dall’Associazione per il Museo del Forte Crestawald, passando da luogo mantenuto segreto per 60 anni a luogo visitabile da tutti.
La visita del Museo del Forte Crestawald
La visita è una vera sorpresa per tutta la famiglia, anche per chi, come chi scrive, non è un grande appassionato di guerra.
Non si può non restare a bocca aperta quando si accede al Forte da una piccola porta situata accanto alla biglietteria e bar. Un ingresso che ti porta dritto all’interno della montagna.
La temperatura che ci accoglie è di soli 14°C costanti ed è piuttosto umido; nonostante la felpa, avvertiamo freddo.
Quello che sembrava dall’esterno un piccolo museo, annunciato solo da un grande cartello sulla cresta della montagna, è in realtà un intrico di sale e cunicoli, scale e passaggi. Un vero piccolo paese con infermeria, sale artiglieria, camere, bagni, mensa e sale riunioni e di comando. Chi si sarebbe aspettato un luogo tanto affascinante?
La visita può essere effettuata con guide su prenotazione, o autonomamente seguendo la piantina (anche in italiano) che viene consegnata all’ingresso, o i cartelli situati all’interno (in tedesco). Un’unica accortezza: i numeri che indicano le sale non corrispondo a quelli indicati sulla mappa: se, come me, non hai un grande senso dell’orientamento, potresti perderti (ammetto di essere stata lo zimbello di tutta la famiglia, per i miei continui tentativi di sbagliare strada).
Il primo piano
Il primo piano, situato a 1345 mt s.l.m., ospita la grande sala macchine, il centralino, un dormitorio con tutti i letti posti uno accanto all’altro e leggermente inclinati per garantire un riposo migliore, e la mensa, ancora oggi utilizzata come bar e ristorante in occasione anche di eventi qui organizzati.
Uno dei luoghi che più ci impressiona è l’infermeria; entrando, Greta ha un sobbalzo: alcuni manichini piuttosto realistici mostrano un’operazione in corso.
Il Forte è attrezzato come una piccola città fortificata, autogestita e autonoma. Non mancanano un’officina, i bagni e uffici di comando.
Bagni militari Camera comandanti
Il secondo piano
Al secondo piano si trova uno dei due cannoni che hanno segnato la storia del forte: Lucrezia, in grado di sparare colpi fin dall’altro lato della valle, colpendo punti precisi della montagna.
Un ampio museo raccoglie reperti storici, munizioni e carcasse di aerei abbattuti in guerra. Non ci lascia indifferenti: tutto quello che vediamo è stato parte di un periodo storico che non si può dimenticare; quello che abbiamo studiato sui libri di storia qui trova evidenza, facendoci correre un brivido lungo la schiena.
Il terzo piano
Ci addentriamo ancora di più nelle viscere della montagna, risalendo al suo interno, fino a raggiungere il cannone Silvia che, ancor più del gemello Lucrezia, ha contribuito fortemente alla tutela delle vie di comunicazione della zona.
Un video esplicativo mostra i preparativi e le manovre messe in atto ai tempi della Guerra per sparare un colpo in caso di allarme. Si rivive la storia: siamo al suo interno, proiettati in un’epoca storica che qui riusciamo ad avvertire come se fosse ancora in corso.
Il quarto piano
Arriviamo al punto più alto del museo, a 1378 mt s.l.m., seguendo scale e corridoi; qui si trova il posto di osservazione, che si può meglio ammirare salendo una scala a pioli.
Guardando dal mirino, si può puntare dritto dritto all’altro lato della valle con una precisione estrema.
Informazioni utili
- Orari di apertura e tariffe: consulta il sito ufficiale del Museo del Forte Crestawald
- Visita: puoi richiedere alla biglietteria l’audioguida in italiano, inglese e tedesco (a noi non è stata proposta, ma provate a chiedere: rende sicuramente la visita ancor più interessante)
- Temperatura: costante a 14°C, è piuttosto umido (siamo all’interno della montagna): consigliamo un abbigliamento caldo e comodo; scarpe con gomma in quanto in alcuni punti c’è dell’acqua dovuta all’umidità che potrebbe rendere scivoloso il percorso
- Accesso ai passeggini: no
- Accesso a persone con difficoltà motorie: no. Ci sono diverse scale, a volte scivolose.
- Attività adatta a tutta la famiglia, particolarmente interessante per i ragazzi delle medie che studiano la Seconda Guerra Mondiale
Come raggiungere il museo del Forte Crestawald
Il forte è raggiungibile facilmente seguendo l’autostrada A13 in Svizzera. Arrivando dall’Italia, uscire a Sufers e proseguire sulla strada cantonale in direzione Andeer.
Arrivando da Nord, uscire invece ad Avers e proseguire verso Sufers.
Seguire le indicazioni per il Festungsmuseum Crestawald (cartello marrone). Vedrete una grossa scritta in alto a metà montagna. Subito sotto c’è un ampio parcheggio nel prato. Si accede alla biglietteria ed all’ingresso seguendo una breve salita.
Immagino sia stato carino visitare il Forte, ammetto che se dovessi capitare in zona io lo visiterei! Comprendo la reazione di Greta di fronte al manichino, una situazione simile è capitata anche a me di recente in un museo!
Devo dire che è stato inaspettatamente super interessante: mai avremmo immaginato una tale base militare, che dall’esterno passa davvero inosservata.