Viaggiare dalla cucina: quando partire per un on the road in Italia o nel Mondo è forzatamente impossibile per via di una pandemia globale, ecco che la fantasia ci viene in aiuto e il sorriso torna sui nostri volti.
Preparare un piatto tipico di qualche località a noi cara, o di un Paese che abbiamo visitato, ci aiuta a mitigare la nostalgia.
L’incontro con Alice
In aiuto ci è venuta Alice-Cuocadé, che abbiamo conosciuto grazie ai social: è bastato un suo post perché si creasse subito empatia.
Dal 2013 Alice organizza corsi di cucina per bambini. Gli ingredienti che chiede di portare sempre durante le sue lezioni sono il sorriso e la fantasia: proprio ciò che serviva a noi per superare questo inverno che ci ha costretti in casa.
Sono una grande pasticciona in cucina: mi piace molto mettermi ai fornelli, ma i risultati sono spesso pessimi.
Greta invece ha ereditato la passione dalla nonna, bravissima soprattutto quando si tratta di piatti tradizionali della cucina lombarda.
Il suo desiderio era quello di imparare a cucinare bene come lei che, però, non è molto tecnologica e quindi, durante il lockdown, non poteva insegnarle i suoi trucchi.
Abbiamo così seguito una lezione di prova con Alice e Greta si è così tanto divertita, che non abbiamo potuto esimerci dal seguire i suoi corsi.
Un modo per trascorrere le giornate in allegria, imparare qualcosa di nuovo e viaggiare.
Viaggiare dalla cucina
La prima creazione di Greta è stata la casetta di pan di zenzero, tipico dolce del Nord Europa. Realizzarla in occasione delle festività natalizie ci ha permesso di viaggiare verso il nostro amato Nord e di risentirne i profumi, che eravamo soliti percepire nelle pasticcerie visitate durante il nostro viaggio a Capo Nord.
In queste settimane abbiamo percorso invece le strade d’Italia:
- i favolosi canederli del Trentino
- gli arancini siciliani
- gli gnocchi ripieni, cucinati un po’ in tutto il nostro Bel Paese, secondo ricette differenti
Abbiamo anche potuto realizzare curiosi stuzzichini per l’Epifania e tante altre lezioni sono in programma per i prossimi mesi.
Conosciamo meglio Alice
Alice, quando hai iniziato a viaggiare dalla cucina?
Il mio viaggio in cucina è iniziato molto tempo fa, quando mio figlio era ancora piccolissimo. Lui voleva la mia attenzione e così, attraverso la cucina, abbiamo scoperto un bel modo per stare assieme, coltivando momenti speciali e trasmettendogli il valore del cibo genuino fatto con amore.
La mancanza di tempo per stare con mio figlio è stata proprio la leva che mi ha spinto a lasciare il posto fisso nel 2014, per dedicarmi completamente a lui ed alla mia passione.
Oggi mio figlio ha 15 anni e la cucina è ancora un forte legame tra me e lui. Spesso proprio lui prepara le pietanze ed io ne sono molto fiera.
I due ingredienti principali, che chiedi sempre ai ragazzi di portare alle tue lezioni, sono il sorriso e la fantasia.
Sì, sono due ingredienti fondamentali: vanno mescolati per bene con il tempo da dedicare ai propri figli, per creare momenti speciali che rimarranno un ricordo indelebile per loro, anche quando saranno adulti.
Il sorriso che contraddistingue questi momenti unici “genitore-figlio” sarà stampato per sempre nel loro cuore.
Nel mio percorso di vita ho inoltre sempre coltivato la fantasia, dando vita a spettacoli magici per parlare all’anima dei bambini e dei loro genitori.
In seguito, è nata l’idea di creare un’associazione a sostegno della genitorialità, per dare supporto alle famiglie nel difficile compito dell’educazione.
Oggi porto la mia creatività nel mio lavoro: sul mio sito e sui miei canali social si trovano tante storie magiche che coinvolgono i giovani cuochi in un viaggio dalla cucina al regno della fantasia.
Da dove si collegano i tuoi allievi?
I miei piccoli cuochi si trovano ovunque in Italia e nel Mondo. Mi seguono bambini dalla Sicilia, dal Veneto, dalla Toscana, ma anche dalla Spagna, dalla Svizzera, dalla California, dal Canada e perfino dall’Australia! È sempre piacevole chiacchierare con loro: mi raccontano le loro giornate, i loro esperimenti ai fornelli, ma chiedono anche curiosità e si rilassano parlando con me e con i loro compagni di corso. Un modo per creare ancora più unità.
È molto divertente, anche perché spesso, quando realizziamo qualche ricetta tipica di qualche Regione, i bambini collegati proprio da lì collaborano dando qualche dritta in più imparata dalle loro mamme o dalle loro nonne. Suggeriscono varianti della ricetta che loro stessi hanno già avuto modo di sperimentare o che è tipica della loro città. Si conoscono così nuove tradizioni regionali: uno scambio interculturale molto interessante.
Quali sono i valori che insegni nei tuoi corsi?
Sicuramente ad apprezzare le diversità culturali, che passano anche attraverso la cucina.
Soprattutto si impara a prendersi cura di se stessi e degli altri cucinando qualcosa di buono. Si apprende che si può sbagliare, ma che si può anche sempre trovare una soluzione per rimediare.
Si impara anche l’importanza dello stare insieme in famiglia, di trovare tempo per l’altro.
Si coltivano la pazienza, l’autonomia e l’autostima. Tutto questo mentre si apprende anche come dosare gli ingredienti, come mescolarli e come impastarli.
In tutti questi anni ho insegnato ad oltre 20.000 bambini e ragazzi e posso sicuramente affermare che la cucina è una scuola di vita, dove i bambini, se guidati, non solo imparano a cucinare divertendosi ma acquisiscono più fiducia in loro stessi e coltivano creatività e concentrazione.
Vuoi raccontarci qualche fatto simpatico accaduto durante uno dei tuoi corsi?
Mi fa molto sorridere sapere che i bambini che vivono dall’altra parte del mondo cucinino, all’ora di colazione, piatti ideali per la cena o il pranzo, a causa del fuso orario.
Trovo anche divertente sentire come i vari piatti vengono pronunciati dai bambini, come ad esempio “mustacciòli” o “mustàccioli”: ne nasce sempre una gara ad indovinare la giusta pronuncia o a cercare di fare valere quella della propria zona rispetto a quella degli altri partecipanti al corso.
Come vedi anche questo è un bel modo per viaggiare dalla cucina!
Come si articolano i tuoi corsi?
Iniziamo sempre con un po’ di riscaldamento dei muscoli di mani e braccia: questo crea subito empatia con i bambini e li mette a loro agio.
Poi prepariamo le nostre ricette, chiacchierando e divertendoci.
Oggi, a causa della pandemia, i corsi si tengono solo online, ma prima di ciò ho sempre organizzato anche corsi in presenza e collaborato con grandi aziende e preso parte ad eventi e sagre.
I corsi possono essere in diretta via zoom oppure videocorsi digitali, da fruire a piacimento.
Dove ci porterai con le tue prossime ricette?
Spazieremo dalla Francia con i macarons, alla Puglia con le sue tipiche orecchiette, ma avremo modo di viaggiare dalla cucina anche verso l’Emilia-Romagna, con le squisite piadine, e l’Inghilterra con i suoi caratteristici brownies.
Ci sono poi ricette particolari da realizzare in occasione di eventi speciali, come la Torta per San Valentino, o i dolci per Carnevale o ancora per la Festa del Papà. Un incontro quindi tra tradizione culturale e gastronomica.
Le lezioni sono plurisettimanali e ogni bambino sicuramente troverà la ricetta che più si adatta ai propri gusti.
Grazie Alice, con te viaggiare dalla cucina è dunque possibile!
Se anche tu vuoi viaggiare dalla cucina, segui i corsi di Alice – Cuocadé con tuo figlio. Greta ed io lo abbiamo fatto e ci stiamo divertendo …un MONDO!
Articolo scritto in collaborazione con Alice-Cuocadé
Che bella intervista e che bella attività!
Mi occupo anche io di corsi di cucina e anche io in questo periodo sono costretta a svolgerli online.
Che bello viaggiare anche in cucina, preparando e poi assaporando piatti delle diverse regioni italiane e dei diversi paesi del mondo.
Dani, mai pensato di organizzarne anche per bambini?
Molto carina l’idea di cucinare insieme ai bambini e in questo periodo “viaggiare in cucina” è uno dei modi che preferisco per viaggiare da casa!
Fa sentire sicuramente un po’ meno nostalgia e ci si diverte molto!